Menu Chiudi

Plastica

Cosa SI

Imballaggi in plastica (privi di residui): bottiglie, piatti e bicchieri in plastica monouso (fin quando consentiti dalla legge), blister e involucri sagomati, buste e sacchetti per alimenti (pasta, riso, patatine, surgelati.), pellicole in plastica o celophane, flaconi per prodotti per l’igiene della casa e della persona, vaschette e contenitori in plastica, confezioni rigide e flessibili per alimenti (salumi, frutta e verdura.), grucce per abiti, polistirolo, pellicole d’imbalaggio incluse quelle a bolle, reti e casette per frutta e verdura, vasi in plastica morbida, cartoni per bevande e alimenti (latte, succhi di frutta).

Cosa NO

Giocattoli, scarpe da ginnastica, ciabatte in plastica, tappetini, arredi e manufatti in plastica, dvd, cd, musicassette e videocassette e loro custodie, penne, radiografie, pellicole fotografiche, piatti e bicchieri di plastica dura, tubi e gomme.

Per saperne di più consulta il sito del Corepla


UN PO’ DI STORIA

La plastica è un materiale sintetico, ossia creato dall’uomo, che nasce dalla lavorazione del petrolio ed è largamente diffuso nella nostra vita quotidiana.

La maggior parte delle plastiche non è biodegradabile e per questo è molto importante non abbandonarle nell’ambiente.

Ma andiamo per gradi…

SAI COS’È IL PETROLIO?

Il petrolio è un olio di colore verde scuro, che si trova a profondità diverse nella crosta terrestre.
Viene estratto con particolari pompe e poi lavorato in impianti chiamati raffinerie.
Dal petrolio si ottengono, oltre alla benzina, anche fibre tessili e la plastica.

LA PLASTICA È

La plastica è quindi una sostanza artificiale, cioè che non si trova in natura, prodotta dall’industria attraverso l’uso di petrolio, gas naturale e carbone per l’energia.

La plastica è composta da catene di molecole chiamate polimeri.

Le molecole sono definite come particelle in grado di esistere autonomamente e di mantenere le proprie proprietà all’interno di determinate condizioni ambientali.

LA STORIA DELLA PLASTICA

La nascita della plastica risale all’ 800 grazie al gioco del biliardo.

Le palline da biliardo erano prima composte da un materiale molto costoso, l’avorio, prodotto con le zanne degli elefanti.

Il costo elevato del materiale e il dover mettere a rischio la vita degli elefanti, portò una fabbrica di New York ad offrire 10.000 dollari a chi avesse inventato un materiale economico per sostituire l’avorio.

Nel 1869 il tipografo John Hyat scoprì il primo materiale plastico, la celluloide, presente in tantissimi prodotti utilizzati dall’uomo come manici di spazzole, pettini, dentiere ed ottenuta da una cera che si trova in natura chiamata canfora unita all’azoto che è il componente più abbondante dell’aria che respiriamo.

La celluloide venne poi utilizzata anche nel mondo della fotografia e del cinema per produrre le pellicole ma risultò avere un grande difetto, quale? Era altamente infiammabile.

Nel 1909, il chimico belga-americano Leo Baekeland ottenne la prima plastica sintetica, cioè prodotta con sostanze non presenti in natura, chiamata bachelite che, grazie alle sue caratteristiche fisiche e chimiche, si modellava con il calore e che, una volta raffreddata, non poteva più cambiare forma, neanche riscaldandola nuovamente.

Nasce così la prima plastica termoindurente (che cioè diventa dura con il calore).

Oggi questa plastica è ancora utilizzata in molti prodotti, dai manici delle pentole agli interruttori, fino ai componenti delle auto.

A partire dal 1920 poi furono compiuti una serie di esperimenti per produrre la plastiche utilizzando il petrolio. Il grande successo fu raggiunto negli anni ’30 quando si scoprì il plexiglass, un materiale plastico derivante dal petrolio che sembra vetro.

UN PO’ DI STORIA

Dagli anni ’30 in poi la storia della plastica conta un gran numero di successi:

Nel 1933 in Inghilterra si inventa il polietilene (il materiale della “pellicola” per proteggere i cibi).

Nel 1938 in America nasce il nylon, la fibra sintetica usata per i tessuti.

Nel 1954 l’italiano Giulio Natta inventa il “moplen“, la plastica ancora oggi usata per vaschette e contenitori, anche alimentari. Per questa invenzione, nel 1963 Natta ha ricevuto il premio Nobel.


QUANTI TIPI DI PLASTICA ESISTONO?

CLASSIFICAZIONE DELLE PLASTICHE

In commercio esistono diverse famiglie di plastica, ognuna delle quali sfruttata per realizzare diversi tipi di oggetti. Tutte le materie plastiche possono essere riconosciute da una sigla che è utile per conoscere le sue caratteristiche

Vediamo insieme quali sono le plastiche più diffuse nel mondo degli imballaggi:

il PE (polietilene) è la plastica più diffusa. A seconda della lavorazione si presenta sotto forma di sacchetti, giocattoli, pellicole e altri imballi

il PS (polistirene), più noto come polistirolo, si trasforma in vaschette per alimenti, posate, piatti

il PET (polietilentereftalato), è utilizzato soprattutto per le bottiglie di bibite e acqua minerale

il PVC (cloruro di polivinile) è utilizzato per le vaschette per le uova, film e tubi. Esso si trova nelle finestre o nelle carte di credito!

il PP (polipropilene), utilizzato per usi diversi: dagli oggetti per l’arredamento,contenitori per alimenti, ai tappi delle bottiglie in PET.

PROPRIETÀ DELLE PLASTICHE

La plastica non è biodegradabile (non può subire la degradazione biologica) ma riciclabile.

E’ un materiale molto diffuso perché :

• è facilmente lavorabile

• è leggero

• può essere colorato

• è economico

• è un isolante per le vibrazioni, il calore, l’elettricità

• non può essere attaccato da funghi, muffe e batteri

• è resistente alla corrosione


LA PLASTICA INQUINA?

La plastica non è biodegradabile ma è riciclabile.

Per essere prodotta richiede meno energia di quanta ne occorre per una bottiglia di vetro o un sacchetto di carta.

Essendo più leggera di altri materiali da imballaggio richiede meno energia anche per il trasporto.

Meno energia si consuma, dunque, meno si inquina.

“La plastica non è un materiale biodegradabile cioè non si “decompone” se lasciato nell’ambiente, ecco perché è importante riciclarlo.”

E’ sempre più frequente trovare, nell’ambiente che ci circonda soprattutto nel mare, sacchetti, bottiglie e altri oggetti in plastica.

Dobbiamo imparare che, se abbandonata in natura, la plastica inquina provocando gravi effetti all’ambiente, agli animali e quindi.. anche all’uomo.

Ricordi quali sono le caratteristiche della plastica?

Abbiamo visto che è un materiale molto resistente nel tempo e quindi, se viene abbandonata o addirittura buttata in mare, ci vorranno decenni affinché si decomponga.

Curiosità: Lo sapevi che?

• una bottiglietta di plastica impiega dai 100 ai 1.000 anni per degradarsi;

• un sacchetto di plastica impiega dai 100 ai 400 anni per degradarsi;

• i contenitori di polistirolo impiegano intorno agli 80 anni per degradarsi.

LA PLASTICA È OVUNQUE!

È sempre più frequente trovare nell’ambiente che ci circonda oggetti di plastica abbandonati dall’uomo. Ma dove va a finire la plastica che abbandoniamo e che non recuperiamo riciclando?

La plastica si trova in grandi quantità soprattutto nei mari diventando un pericolo per tutti gli esseri viventi che li popolano…

e non solo. Possiamo dire che la plastica è ovunque?

LA CAUSA DEL PROBLEMA SIAMO NOI

Credere che non esista il problema dell’inquinamento della plastica è del tutto sbagliato. La plastica infatti è ovunque ed il problema è stato creato proprio dall’uomo.

Infatti, se da un lato la plastica ha migliorato la nostra vita consentendo ad esempio in medicina di realizzare dispositivi salvavita, dall’altro lato, l’uso di plastiche usa e getta è diventato una vera cultura per l’uomo.

Curiosità: cosa sono le plastiche usa e getta?

Le plastiche usa e getta, come dice l’espressione stessa, sono quelle plastiche che vengono utilizzate per pochi minuti o poche ore, pur rimanendo nell’ambiente per centinaia di anni.

Sono plastiche usa e getta oppure monouso ad esempio i sacchetti di plastica o gli involucri per cibo, piatti e bicchieri; le plastiche monouso rappresentano il 40% di tutte le plastiche prodotte ogni anno.

Riusciamo a trovare plastica abbandonata anche in posti in cui non dovrebbe esserci, in luoghi lontanissimi dalle nostre città. Esiste, si può dire, una vera e propria invasione del Pianeta.

Si è scoperto che la plastica è presente sulla superficie degli oceani, sotto i ghiacci delle montagne, sul fondo degli abissi marini, sulle coste di isole remotissime, persino… nel nostro corpo!

Sai perché anche nel nostro corpo è presente la plastica?

Perché la maggior parte della plastica che arriva in mare viaggia trasportata in tutto il mondo dalle correnti oceaniche.

Durante il suo viaggio la plastica viene piano piano decomposta da luce del sole, vento e onde, in piccole particelle spesso inferiori al mezzo centimetro di larghezza…

queste piccolissime particelle prendono il nome di microplastiche.

Le microplastiche sono grandi nemiche del nostro Pianeta e di tutti gli organismi che lo popolano. Sono state trovate in ogni angolo della Terra, dal Monte Everest, la cima più alta, alla Fossa delle Marianne, la depressione più profonda.

Ogni anno milioni di animali vengono uccisi dalle plastiche: uccelli, pesci e altri organismi marini. praticamente tutte le specie di uccelli marini mangiano questo materiale.

Gli animali muoiono soprattutto di fame o perché intrappolati. Foche, balene, tartarughe e altri animali finiscono spesso strangolati da attrezzature da pesca e anelli di plastica da sei lattine abbandonati.

Microplastiche sono state rinvenute in oltre cento specie acquatiche compresi i pesci, i gamberi e le cozze che dovrebbero finire nei nostri piatti!


LO SAPEVI CHE?

Nel Pacifico esiste il più grande accumulo di immondizia noto come “Grande chiazza di immondizia del Pacifico”.

Si tratta di un enorme insieme di spazzatura galleggiante, composto per lo più da plastica, situato più o meno al centro dell’Oceano Pacifico.

Enorme vuol dire realmente enorme: l’estensione della grande chiazza si ipotizza che sia compresa tra 700mila chilometri quadrati a oltre 10 milioni di chilometri quadrati (più della superficie degli Stati Uniti, per intenderci).

L’accumulo esiste dall’inizio degli anni Ottanta! una vera e propria isola di plastica

Nel mondo ci sono già ben sei isole interamente composte da plastica ed una è proprio a casa nostra, tra l’isola D’Elba e la Corsica;

Se continuiamo così e a non renderci conto che le nostre azioni hanno conseguenze negative per il Pianeta, entro il 2050 nei nostri mari ci sarà più plastica che pesci?

La plastica è anche dentro di noi; infatti uno studio inglese ha scoperto che ingeriamo ogni giorno circa 114 fibre di plastica (in media) durante ogni pasto!

Cosa si sta facendo per risolvere il problema dell’inquinamento della plastica?

Sono state approvate nuove leggi per limitare la diffusione dei principali prodotti in plastica monouso entro il 2021 e a responsabilizzare produttori e anche noi consumatori.