
Cosa SI
Bottiglie, vasetti, flaconi e barattoli.

Cosa NO
Oggetti in vetro, oggetti in ceramica, in porcellana, in cristallo (piatti, tazze, vasi.) e in vetroceramica (tipopyrex), lampadine, tubi al neon, bicchieri, vetro al piombo (specchi), lastre di vetro, tubi catodici e vetri contaminati, articoli sanitari, termometri, siringhe.), sacchetti.

Per saperne di più consulta il sito del Coreve
COS’È IL VETRO?
Il vetro non è un materiale solido come può essere la tua scrivania: in realtà, infatti, è… un liquido!
Un liquido che però, a temperatura ambiente, si comporta proprio come un solido! Complicato, eh? È detto «amorfo» perché non ha una struttura elementare fissa e ripetuta come gli altri solidi.

LA STORIA DEL VETRO
Lo sai che una certa forma di vetro, non proprio quello di cui sono fatte le bottiglie, la puoi trovare anche in natura?
Si forma infatti quando la sabbia di quarzo si scioglie in seguito a un forte aumento della temperatura (ad esempio, a causa della caduta di un fulmine o un’eruzione vulcanica), diventando una massa fusa che in seguito si raffredda e diventa solida.

Il vetro è dunque un fluido solidificato.
CURIOSITA’. PANTELLERIA, L’ISOLA DI VETRO!
Spiagge bianche, mare cristallino. A vederla oggi non si direbbe, ma 45.000 anni fa l’isola di Pantelleria dell’arcipelago delle Eolie era una impressionante distesa di vetro verde.
Secondo i vulcanologi una enorme nube di gas estremamente caldi e polveri vulcaniche si è espansa dal vulcano in eruzione.

I frammenti di roccia sospesi nella nuvola erano così caldi e appiccicosi da fondersi con il paesaggio, creando uno strato di vetro che ricopriva colline e valli
Ancora oggi possono osservare le scogliere che sembrano ricoperte di cera di candela.
LA STORIA DEL VETRO
Quella del vetro è una storia lunghissima. Nacque per caso, secondo un’antica leggenda, sulle rive sabbiose di un fiume, in Siria.
Qui dei mercanti fenici, per allestire un focolare, utilizzarono blocchi di nitrato del carico che stavano trasportando.
Il nitrato, per effetto del calore e mescolandosi con la sabbia della spiaggia, diede origine a rigagnoli lucenti di un liquido ignoto.
LA STORIA DEL VETRO
Si formò il vetro, che i mercanti si stupirono di trovare, il giorno dopo, nel focolare ormai spento.
Difficile stabilire l’attendibilità di questa leggenda, ciò che è vero è che il fiume Belo in Siria, scenario del racconto, era un luogo dove si estraeva la sabbia adatta alla creazione del vetro.
Ed è anche vero che furono i fenici a diffondere le tecniche di lavorazione del vetro nel bacino del Mediterraneo.
Le prime produzioni di vetro risalgono al terzo millennio a.C., nell’età del bronzo e furono prodotte nell’Asia occidentale. Si trattava di oggetti di piccole dimensioni e il cui uso era destinato a riti religiosi o alla creazione di monili e ornamenti.
Quando il 1200 a.C. segnò la fine di molte antiche civiltà, la produzione di beni preziosi cessò in gran parte del Mediterraneo.

In Egitto invece, si continuò a produrre manufatti destinati ai ricchi, come le prime bottiglie realizzate per contenere profumi e unguenti, proseguendo, in un percorso di ricerca di forme nuove e diverse tecniche di produzione.
Nel 100 a.C. in una vetreria della Siria fu inventata da un artigiano vetraio la prima canna di soffiatura, un tubo tramite cui soffiando si potevano plasmare oggetti dallo spessore e forme più diverse.
La diffusione della produzione del vetro si deve però ai romani che contribuirono all’evoluzione tecnologica perfezionando la tecnica del soffio, rivoluzionando l’industria vetraria.
Furono in grado di creare stampi con cui produrre più rapidamente utensili e coppe.
Nell’XI – XIII sec. è Venezia il centro dell’arte vetraria nel mondo occidentale, forse importata dai crociati, forse già conosciuta sin dal VII sec. nella zona.
Per ridurre il rischio di incendi in città, nel 1291 tutte le fornaci presenti nel centro storico di Venezia furono trasferite sull’isola di Murano. I vetrai dovevano osservare regole molto rigide a difesa delle tecniche utilizzate, pena il carcere o anche la morte.
L’importanza del vetro nell’arte vive un’intensa fase a partire dal XII sec. con l’arrivo dello stile gotico, caratterizzato dalla ampia presenza di superfici in vetro rispetto a quelle in muratura.

Vetrate colorate e rosoni (le finestre circolari da cui entra la luce) sono i marchi distintivi dell’architettura gotica, decorate in modo da raccontare storie dall’Antico e Nuovo Testamento.

Hai presente la Cattedrale di Notre Dame, a Parigi?
IL VETRO OGGI
Il vetro fa parte della nostra quotidianità. Le sue caratteristiche principali:

È trasparente, osserviamo ad esempio le finestre delle nostre case

Mantiene le sue caratteristiche chimiche, e per questo è ideale per contenere bevande e alimenti

È versatile, si può usare per tanti scopi, dall’edilizia alla produzione di pannelli solari
DA COSA È COMPOSTO IL VETRO
Nel linguaggio comune con “vetro” si intende quel materiale costituito da silice, una sostanza che nasce quando si incontrano silicio ed ossigeno, utilizzato per realizzare contenitori (bottiglie, vasi e bicchieri), come materiale da costruzione (vetrate e finestre), o nella produzione di elementi decorativi (oggettistica e lampadari).

La silice è una sabbia formata da finissimi cristalli di quarzo, simile nell’aspetto allo zucchero. Quando i cristalli vengono fusi ad altissime temperature si trasformano in una sostanza pastosa che, una volta raffreddata, diventa solida, dura e fragile: il vetro!
PRODUZIONE DEL VETRO
La produzione avviene in quattro fasi:
1. Miscela delle materie prime. La silice viene macinata insieme ad altre sostanze e le polveri ottenute, attraverso delle “tramogge» lasciano precipitare la quantità desiderata di ogni elemento in un recipiente in cui vengono mescolate.
2. Fusione. La miscela ottenuta viene fusa in forni alla temperatura di 1300° e diventa una massa fluida di colore rosso vivo, e lasciata raffreddare lentamente fino a che non raggiunge la viscosità adatta alla modellazione.
3. Formatura. La massa vetrosa viene modellata nella forma che si vuole ottenere.
4. Ricottura. Il prodotto di vetro viene nuovamente scaldato nel forno di ricottura, la temperatura passa lentamente da 550-700°C a temperatura ambiente.
TECNICHE DI FORMATURA
La soffiatura può essere “libera” o “a stampo”. La prima è tipicamente artigianale, la seconda industriale. Nella soffiatura a stampo la massa viene inserita appunto in uno stampo, e un getto di aria compressa soffia per creare la cavità desiderata. È così che si producono le bottiglie.
Per ottenere le lastre si può usare la tecnica del “vetro galleggiante” (la massa fluida cola e si raffredda in un letto di stagno) o la “tiratura” (coppie di cilindri spianano la massa a densità più solida).
La filatura consiste nello stiramento di fili della massa di vetro fusa e poco fluida per produrre filati utilizzati per altri prodotti (come pneumatici).
LE PROPRIETA’ DEL VETRO
Il vetro è un materiale tipicamente fragile. Le sue proprietà dipendono largamente dallo stato della superficie. Infatti la presenza di scalfitture anche microscopiche ne riduce la resistenza.
E’ duro, inalterabile chimicamente, impermeabile, offre isolamento elettrico, termico, acustico ed è riciclabile all’infinito.
La colorazione dipende da sostanze che possono esservi disciolte. Ad esempio gli ossidi di cobalto, di manganese, di ferro ecc., che impartiscono colore rispettivamente azzurro, violetto oppure verde. L’ossido rameoso invece dà una colorazione rosso rubino.
IL VETRO INQUINA?
Se lasciato in giro, ad esempio in una foresta dopo aver fatto un picnic, il vetro non è inquinante perché non viene prodotto con sostanze inquinanti. Anzi abbiamo visto che è un materiale che si può trovare anche in natura!
Questo, però, non vuol dire che si possa abbandonare senza conseguenze!
Non è assolutamente biodegradabile (cioè, non si fonderà mai in modo naturale con il terreno che lo circonda, cosa che potrebbe fare invece un torsolo di mela) e si pensa che una bottiglia di vetro dispersa nell’ambiente si decomponga in uno o due milioni di anni! Inoltre può provocare danni agli animali che lo trovassero sulla loro strada.
Disperdere nell’ambiente una bottiglia di vetro è un vero peccato perché è un materiale riciclabile all’infinito. Questo vuol dire che non riciclarla equivale a un enorme spreco di tempo, energia e materie prime necessarie per produrre nuovo vetro da zero.
IL RICICLO DEL VETRO. QUANTO NE PRODUCIAMO?
Abbiamo detto che il vetro è un materiale riciclabile all’infinito.
Il riciclo parte dal cittadino, che lo raccoglie separatamente rispetto agli altri rifiuti, e lo consegna agli operatori tramite raccolta porta a porta o apposito cassonetto. Nel tuo quartiere che modalità si usa? Ti capita di occupartene, nella divisione dei compiti in casa?
Sono soprattutto hotel, bar e ristoranti a produrre grandi quantità di rifiuti in vetro. Una quantità che supera di circa 2,5 volte quella prodotta nelle abitazioni.

Plastica VS Vetro
La bottiglia di plastica è pensata per essere usata una sola volta e poi gettata: col tempo rischia di rilasciare sostanze tossiche.
Una bottiglia di vetro, invece, è riutilizzabile più volte, una volta lavata. Conviene quindi tenerla per, ad esempio, riempirla di acqua del rubinetto.
La bottiglia di plastica è pensata per essere usata una sola volta e poi gettata: col tempo rischia di rilasciare sostanze tossiche.
Una bottiglia di vetro, invece, è riutilizzabile più volte, una volta lavata. Conviene quindi tenerla per, ad esempio, riempirla di acqua del rubinetto.

La bottiglia di plastica è pensata per essere usata una sola volta e poi gettata: col tempo rischia di rilasciare sostanze tossiche.
Una bottiglia di vetro, invece, è riutilizzabile più volte, una volta lavata. Conviene quindi tenerla per, ad esempio, riempirla di acqua del rubinetto.
I FALSI AMICI DEL VETRO
Non tutto ciò che sembra vetro lo è davvero!
Esistono tanti materiali che a prima vista sembrano vetro ma che, in realtà, sono composti anche di altri elementi, che ne cambiano le caratteristiche.
È facile farsi ingannare dal pyrex, (vetroceramica), il materiale di cui sono composte le teglie da forno.
Il pyrex è costituito da sabbia pura (80%), carbonato di sodio (4%), allumina (2,5%) e boro (13%). La sua temperatura di fusione più alta di quella del vetro. Questo vuol dire che i suoi frammenti, mescolati ai rottami di vetro, non si fondono allo stesso modo e creano oggetti instabili, destinati a rompersi.
Altri oggetti che spesso vengono conferiti erroneamente nella raccolta del vetro sono i bicchieri che spesso sono di cristallo.
La differenza sostanziale tra vetro e cristallo è data dalla presenza dell’ossido di piombo che conferisce agli oggetti alcune caratteristiche particolarmente interessanti. Il piombo, infatti, fa sì che la densità del materiale aumenti, e dà un effetto di grande brillantezza.
Dato l’elevato contenuto di piombo, anche pochi frammenti di cristallo possono compromettere grandi quantità di rottame riciclabile, pertanto la presenza di oggetti di cristallo nella raccolta differenziata del vetro da imballaggio va assolutamente evitata.
POCHE REGOLE PER RACCOGLIERE BENE IL VETRO
Tutti gli oggetti come bicchieri, pirofile, lampadine, tazzine e piatti, vanno conferiti nella raccolta indifferenziata! Solo gli imballaggi in vetro (bottiglie, vasetti, barattoli o vasetti) devono essere conferiti nella raccolta differenziata del vetro.
Prima di mettere il vetro nella campana o nel mastello, toglietelo dai sacchetti di plastica o da altri contenitori.
Non è necessario risciacquare i contenitori in vetro prima di metterli nella campana o mastello né togliere le etichette (il vetro recuperato viene prima trattato e poi fuso nelle vetrerie).
Lo sapevate che…
Nel 2019 in Italia sono state raccolte oltre 2 milioni e 300.000 tonnellate di vetro in forma di bottiglie, vasetti e barattoli. Di queste, circa 1 milione e 770.000 tonnellate sono state riciclate
Un ottimo risultato che porta l’Italia ad avere già raggiunto e superato gli obiettivi del Pacchetto Economia Circolare dell’Unione Europea, che chiede di ottenere il 70% di vetro riciclato entro il 2025 e il 75% entro il 2030.
RICICLO DEL VETRO E RISPARMIO DI MATERIE PRIME
Le materie prime che costituiscono il vetro non sono particolarmente rare, ma non sono facili da ottenere. Abbiamo visto che i numeri del riciclo del nostro Paese sono ottimi.
In Italia riusciamo a recuperare anche la cosiddetta “sabbia di vetro” derivante dalla lavorazione della frazione più fine, non compatibile con il normale processo di trattamento e riciclo del rottame “pronto al forno”.
La “sabbia di vetro” viene riutilizzata in parte in vetreria e in parte in altri settori, come ad esempio l’edilizia.
RICICLO:RISPARMIO DI ENERGIA,EMISSIONI E MATERIA
Nel 2019 l’uso del rottame, in sostituzione delle materie prime vergini, ha permesso un risparmio di energia diretta ed indiretta pari a 2,5 milioni di barili di petrolio
Allo stesso modo, è stata evitata l’emissione di anidride carbonica in atmosfera di 2,2 milioni di CO2 che sarebbe derivata dai processi necessari a trasformare le nuove materie prime in vetro, corrispondenti a quelle assorbite da una foresta più vasta del territorio di una una foresta più vasta del territorio di una regione come la Puglia
Tutta la Materia Prima Seconda (MPS) vetrosa che le vetrerie produttrici di imballaggi hanno riciclato nel 2019 ha consentito una riduzione dell’uso di materie prime tradizionali (sabbia, soda, carbonati, etc.) per oltre 3,6 milioni di tonnellate
una quantità il cui volume occuperebbe più di una volta e mezza quello del Colosseo
RIUSO DEL VETRO: IL VUOTO A RENDERE
Una volta (diciamo fino agli anni ’70- ‘80) si usava il cosiddetto “vuoto a rendere” : chi acquistava una bottiglia di vetro pagava una piccola cifra che gli veniva restituita quando, una volta consumato il prodotto, riportava la bottiglia al negoziante, che a sua volta la restituiva al suo fornitore.
Questa pratica si è persa, ma da alcuni anni sta ritornando in alcune città.
Il primo vantaggio è il risparmio di risorse vergini e il risparmio energetico connesso alla produzione di bottiglie nuove. I processi produttivi industriali provocano danni all’ambiente. Nel caso delle bottiglie di vetro si parla in particolare di inquinamento atmosferico e idrico.
Il secondo vantaggio è connesso alla minore produzione di rifiuti.
Un terzo vantaggio ambientale sta nei tagli del trasporto merci: la gran parte di aziende utilizza il vuoto a rendere con i propri prodotti e con le consegne ai clienti-distributori, in questo modo si evitano lunghi trasporti e di conseguenza anche le emissioni di CO2 connesse.
RICICLO CREATIVO
Avete in casa dei barattoli di vetro abbastanza grandi? Nei prossimi passi vi mostreremo il modo giusto per riciclarli, rendendo meno grigi gli ambienti in cui viviamo!
Mai sentito parlare di “Terrari”? Ecco a voi come farne uno. Date sfogo alla vostra inventiva e buon lavoro!
Intanto, abbiamo bisogno di: barattoli di vetro, con o senza coperchio, sassi, terriccio, muschio, piantine, paletta, forbici, guanti
Quale piantine possiamo utilizzare? vi consigliamo di far ricadere la vostra scelta sulle piante grasse. A che servono i sassi? per mantenere il giusto meccanismo di drenaggio nel contenitore. E il muschio serve solo per la decorazione? no, poiché aiuta ad assorbire l’acqua e a mantenere la giusta idratazione.
Detto questo, possiamo iniziare!
Pulite bene il barattolo e riempite il fondo di sassi, fino ad arrivare ad un’altezza media di 1/2 dita. Per quanto riguarda il terreno, mettetene abbastanza per poter dare modo alle radici di crescere. All’incirca dovrebbe occupare 1/4 del vostro contenitore.
Prendete le piantine e inseritele all’interno del contenitore con cura. Perpiantarle, prendete una paletta e create un buco in cui inserire le vostre piante.
Dove posizionare il terrario? In un luogo aerato e luminoso.